01 Cominciamo, okay?
Sui perché, i percome e sulla guida anti-Fake News a fumetti sui migranti
Benvenuti, benvenute, benvenutƏ. Mi fa davvero piacere che vogliate darmi fiducia in questa nuova avventura, qualcosa che mi riporta ai tempi dei blog con la comodità (da parte vostra) di trovare questi aggiornamenti nella casella postale.
Ma che ci faccio qui?
Negli ultimi anni i social network sono stati per me e molti altri una vetrina gratuita dei miei lavori, un’occasione per socializzare, un modo per restare in contatto con gli amici lontani, una carezza all’ego. Sono stati anche una fonte di notizie alternativa, un modo per entrare in contatto con autori e artisti, uno strumento (molto blando) di fare rete. Negli ultimi anni avevo messo da parte Facebook e Instagram per puntare su Twitter, dove avevo raccolto – senza l’ausilio di bot e nudità, per fortuna vostra – circa 11.000 follower, con buoni picchi di centinaia di migliaia di visualizzazioni per alcuni tweet. Lì, in particolare, ho continuato la lotta contro i mulini a vento fatta di smentite di fake news e lunghi thread di approfondimento che avevo iniziato tempo prima su FB. Non solo promozione, dunque, ma la sensazione di fare parte di qualcosa più grande.
Poi è arrivato Musk e ci ha messo una X sopra. Cosa è successo lo spiega bene Riccardo Luna in questa puntata della sua rubrica su Radio Capital: https://www.capital.it/podcast/luna-alluna/stagione-1-di-luna-alluna/luna-alluna-del-10-10-2023/
Al di là di questioni etiche legate alla gestione dei dipendenti (con appunti che sarebbero da fare praticamente a ogni corporation americana), credo che la novità sia che se prima il dibattito era avvelenato dal basso, ora è avvelenato dall’alto. Il capo di Twitter retwitta suprematisti bianchi, avvelenatori di pozzi, distributori di Fake News, ha reintegrato Trump, distrutto il sistema delle “spunte blu” che permetteva di discernere l’affidabilità di un account, aperto le porte a bot (rogna già molto presente). Ha inoltre smantellato il sistema di controllo relegandolo a una responsabilità di alcuni utenti selezionati (io sono tra quelli che possono indicare con una nota se un tweet contiene fake news, ad esempio) ma sono gocce nel mare e fondamentalmente uno scarico di responsabilità dai vertici.
Mentre su Facebook, intanto, proseguono senza sosta le distribuzioni di gattini, culi e buongiornissimo, anche la divulgazione sembra sempre meno premiata dall’algoritmo… a meno che tu non sia disposto a pagare. Non è solo una lotta contro i mulini a vento, ma la lancia di noi Don Quixote è palesemente spuntata. In tutto ciò aumentano i post generati dall’AI e gli account che si reggono solo su quello, impoverendo ulteriormente la qualità. E non fatemi cominciare a parlare dei danni alla democrazia causati da queste realtà (ne riparleremo). Se Instagram sembra inseguire lo stesso percorso, quantomeno entro un certo numero di follower rimane un social tutto sommato “verticale” e leggermente meno tossico, dove si è poco esposti a troll, cyberbulli e imbecilli assortiti. Su Tik Tok non ci metto piede perché non so ballare e non mi fido del governo cinese.
E la vita reale?
Le scorse settimane, a seguito delle polemiche che hanno preceduto l’ultima Lucca Comics & Games riguardo il boicottaggio o la presenza nel festival (ci torneremo), le accuse che mi sono piovute addosso sono state pesanti. Negli ultimi anni mi è stato detto di tutto su questi social, dall’augurio di morte a quello di stupro, dall’accusa di essere un “venduto” di volta in volta a un potere diverso a quella di essere qualunque cosa di negativo che finisce in -ista. Per di più, nel livello del dibattito le mie testimonianze sono state messe allo stesso livello dei commenti di fragolina76, che dall’alto della sua foto profilo di Candy Candy deve dirmi che le Ong sono in combutta con i trafficanti o altre cose del genere. Si potrebbe anche non rispondere, è vero, ma accusa dopo accusa, insulto dopo insulto, sono davvero saturo. Anche un cinico realista come me ha un cuore, dopotutto.
Che fare, dunque?
Seguo diverse newsletter, in particolare di fumettisti americani. Molte di queste sono su Substack, questa piattaforma, molto comoda, ben funzionante, e con la possibilità di implementare abbonamenti con contenuti a pagamento per gli iscritti (tranquilli, per ora non vi chiedo soldi). È una comunicazione più verticale, sebbene sia possibile commentare le newsletter sul sito (marcorizzo.substack.com) e inoltre anche se si arriva tardi alla festa è possibile leggere gli arretrati. Conto di scrivere almeno una newsletter a settimana (tendenzialmente il sabato) e di mostrarvi sin da subito alcune anteprime e dietro le quinte.
Insomma, userò queste newsletter per parlare delle cose per cui mi seguite solitamente sui social (spero): le mie pubblicazioni, pareri su libri, fumetti, film e serie TV, opinioni sulla politica, notizie sui miei tour e le mie presentazioni, retroscena del mondo del fumetto, l’occasionale (ma rara) foto di cani e/o gatti.
Una cosa che ho scritto
Tra le novità uscite a Lucca spicca Sotto il vulcano - Extra, numero della rivista Feltrinelli diretta da Marino Sinibaldi per l’occasione dedicato ai fumetti. Sono di parte, lo so, ma è una lettura davvero ricca e arricchente: Tito Faraci, che ha curato il volume, ha messo in piedi un piccolo miracolo. Ci sono anch’io (come miracolato, potreste dire) con una storia disegnata dal maestro Lelio Bonaccorso. È una specie di “coda” a Salvezza e A casa nostra, i due reportage a fumetti sul tema della migrazione che abbiamo pubblicato per Feltrinelli nel 2018 e 2019. Si intitola “La guida a fumetti anti-Fake news sui migranti” e comincia così:
Il volume contiene contributi anche di Francesco Artibani, Marco Balzano, Boris Battaglia, Luca Bertelè, Alessandro Bilotta, Dario Bressanini, Francesco Cattani, Matilde Ciullini, Fratelli D’Innocenzo, Dottor Pira, Silvia Ferrara, Fumettibrutti, Sergio Gerasi, Paolo Interdonato, Grazia La Padula, Tanino Liberatore, Federica Lippi, Milo Manara, Luca Molinari, Marianna Morara, Officina Infernale, Leo Ortolani, Francesco Piccolo, Sio, Fabio Stassi, Matteo Stefanelli, Vanna Vinci, Wallie. Lo trovate in tutte le librerie fisiche e online.
Per ora è tutto. Mi sono inevitabilmente dilungato visto che era necessaria qualche spiegazione riguardo alla mia intrusione nelle vostre caselle postali.
Se vorrete cancellarvi dalla newsletter, dovete mandare una raccomandata A/R All’attenzione di Matteo Salvini - c/o Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti - via Nomentana, 2 - 00161 Roma, Italia, allegando un ponte fatto di Lego (Duplo, preferibilmente).
A rileggerci.
Marco
Nel prossimo numero
Cosa è successo a Lucca Comics e cosa è successo prima, perché Chef Rubio ce l’ha con me, un volume bellissimo che ho trovato a Lucca, un video con la mia faccia pelosa che vi parla degli Avengers e un’anteprima da I Wanna Live Like Common People, non la canzone dei Pulp ma il fumetto che io e Lelio pubblicheremo per Panini a fine 2024.
Buondì.
Sicuro che sarà un piacere leggerti nel sollevare "X" dalle pseudo-notizie, senza dover allegare balletti e fare a "bot" per avere delle certezze d'esser letti... Sicuro di una simpatica, elegante e professionale scrittura, mi sono prontamente (?) preparato a presentarmi. 😁
In attesa delle successive notizie non "sotto-traccia"*... Buona scrittura, buon lavoro, buon fine settimana!
N.B.:
Mi lasci passare l'iniziale "buongiornismo"?_? 🙃
* Può essere tradotto anche così "sub stack"?
Ti seguo su instagram e sono ben contento di seguirti anche qui.
Molto interessanti i volumi di cui hai parlato in questo primo appuntamento. Me li segno