60 | Beata ignoranza ed Eterna Beatitudine
Del vergognoso video su Gaza fatto con l'AI condiviso da Trump e di come vada interpretato e del documentario su Mauro Rostagno e cosa mi abbia lasciato
Ci sono due “prodotti video” al centro di questa newsletter, questa settimana. Uno è un video che avrete visto in molti, davvero disgustoso. Un altro è un video che mi auguro lo vedano in tanti, di cui forse c’era un po’ bisogno. Ma andiamo con ordine.
Las Vegas sui morti
Se seguite queste colonne da un po’, probabilmente già sapete come la penso sull’uso dell’Intelligenza Artificiale generativa.
Nei giorni scorsi abbiamo avuto la prova – in diretta mondiale – di cosa accade quando una tecnologia senza scrupoli viene usata da persone senza scrupoli.
Donald Trump, che prima di essere il presidente degli USA è la caricatura del realtor arrivista, bugiardo e anche un nel po’ maniaco della New York di quarant’anni fa, ha pubblicato sul suo profilo ufficiale1 un video generato attraverso l’IA in cui vengono prima rappresentate delle rovine di Gaza (finte, eppure quelle vere ci sono eccome anche grazie ai denari americani). Poi, si vede la trasformazione di quei luoghi già patinati una sorta di trashissima Gaza Beach, un’Atlantic City nel Mediterraneo, la stessa idea che va propinando da settimane. Lo fa in discorsi che puzzano parecchio di pulizia etnica, di colonialismo, di razzismo, di crudeltà e che secondo alcuni osservatori sono sospinti dal suo consulente e mezzo parente Massad Boulos e dal genero Jared Kushner (senior advisor del mostro arancione nel precedente mandato).
Come prevedibile, si è scatenata la tiepida indignazione mondiale, che però scalfisce soltanto il problema. Quanto fatto in poco più di un mese dall’amministrazione Trump è frutto di una strategia ben precisa che mi ha ricordato una vecchia Bustina di Minerva di Umberto Eco. Era l’epoca di Berlusconi, dei girotondi e dei continui attacchi “coloriti” a magistratura, opposizione e Costituzione. Era l’epoca in cui Berlusconi ne sparava una al giorno, alzando sempre il tiro. Vi ricordate? Parafrasando2, Eco scriveva che quelle provocazioni, che i più generosi chiamavano gaffes per giustificarlo, erano dei tentativi di tastare il terreno nel destabilizzare l’ordine costituito. Quanto si può alzare il tiro nell’attacco alle istituzioni? Quanto si può rendere volgare e sprezzante il dibattito pubblico? In un paese come il nostro che ha già visto il fascismo e la dittatura smantellare i diritti dalle poltrone più alte e dall’interno del sistema, quanto si può osare? Non rendersi conto di questa strategia ci rende beatamente ignoranti e dunque agilmente manipolabili.
Su quest’asticella dell’indignazione che si alza periodicamente3, ha scritto una settimana fa Leonardo Bianchi, di cui consiglio periodicamente La Gente (minimum fax, 2017, ma pare ieri) a cui aggiungo la sua newsletter su Substack.
Ci manca Mauro
Come avrebbe commentato questi tempi Mauro Rostagno? In che fase della sua vita e che tipo di rivoluzione avrebbe vissuto in questi tempi aridi e frenetici? Una rivoluzione interiore? della società? del linguaggio? nei social?
Mi trovo spesso a pormi queste domande e mi mordo la lingua subito, perché sono domande stupide e ingiuste. E posso ripetermi di averlo studiato e conosciuto tantissimo, di avere sfiorato la sua vita quando ero bambino e mia madre mi accompagnava negli studi di Rtc, dopo la scuola, a guardarli “fare” il telegiornale. Ma no, non si parla per i morti. Al più si parla dei morti, specie se sono morti ammazzati la cui vita e la cui morte sono state ricoperte di fango, depotenziate dal loro valore rivoluzionario, utilizzate persino per attaccare i loro cari.
In questi giorni, poi, ho pensato spesso a Mauro per due motivi. Prima di tutto perché nei giorni scorsi è stato confermato che Mauro Rostagno - Prove tecniche per un mondo migliore, graphic novel che ho scritto ormai tanti anni fa insieme a Nico Blunda per i disegni di Giuseppe Lo Bocchiaro, torna finalmente in una nuova edizione il prossimo settembre, sempre per i tipi di Beccogiallo4.
E poi perché ho finalmente visto Mauro Rostagno - L’uomo che voleva cambiare il mondo5, documentario prodotto da Sky e Palomar di e con Roberto Saviano. Sono due puntate da un’ora ciascuna, con la prima dedicata alle molte vite di Mauro: rivoluzionario alla facoltà di sociologia a Trento nel ‘68, cofondatore di Lotta Continua e di Macondo, arancione, terapeuta, giornalista. La seconda puntata è dedicata all’omicidio, al depistaggio e al processo che ha infine confermato quanto a Trapani già si sapeva: fu la mafia a premere il grilletto. Forse non fu l’unica entità a volerne la morte, di certo non l’unica a gioirne, ma dopo il depistaggio di cui sopra, è stata una verità con il sapore di una grande vittoria.
Certamente il documentario fa un faticoso lavoro di sintesi e alcune delle persone intervistate avrei voluto ascoltarle più a lungo (e altre meno), ma capisco le esigenze anche tecniche e produttive di sintetizzare una vita e una morte così complesse. Non mancano le vedute di Trapani, a volte bellissima con la sua luce unica tra i palazzi di tufo, a volte inquietante con il mare che si lega alla tempesta.
Non nego che mi sia fatto qualche piantino qua e là (specie appresso a Maddalena e Chicca) e di aver anche sentito un po’ di orgoglio quando mi sono rivisto in aula a seguire il processo, nello stesso angolo di inquadratura dove, qualche scena prima, avevo visto un certo volto familiare nella redazione di Rtc. Io c’ero, in quell’aula, e me ne vanto a testa alta. C’ero al fianco di Chicca e Maddalena prima, durante e dopo il processo. Altri hanno scelto a seconda di dove tira lo scirocco6.
Poi viene da chiedersi che fine abbiano fatto quelli che, al funerale con cui si chiude quasi speranzosamente il documentario, chiedevano scusa per averlo lasciato solo, chi riempiva le strade e chi lo osannava. Qualcuno di certo lo ricorda ancora, pochi lo dimostrano, molti lo hanno dimenticato.
Ecco, spero che questa docuserie possa rinnovarne il ricordo… o rinfrescare la memoria, anche perché la Trapani di quegli anni, fatta di traffici silenziosi di droga, corruzione, logge massoniche e potentati tangenti a Cosa Nostra non è tanto diversa da quella di oggi. Solo che adesso è un po’ più pulita e ci sono in giro più turisti e più che eroina gira cocaina.
A rileggerci,
– Marco
Lo stesso dove ha pubblicato questo video vergognoso.
Purtroppo non trovo l’articolo on line né in libreria, ma spero vi fidiate, l’ho citato spesso in questi anni.
Sul tema consiglio anche Ipnocrazia di Janwei Xun (Tlon).
Non so se potevo già dirvelo— OPS
Di nuovo “il mondo”: altro che giornalista di tv locale…
Non devo vergognarmi se parlo un pizzico di me, quando parlo di Mauro Rostagno: dovrebbe vergognarsi chi non è nella posizione di farlo e lo fa ugualmente.